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L'origine di Monterosso viene fatta risalire alle colonie romane stabilitesi lungo il litorale dopo la disfatta subita dai Liguri, e la conseguente deportazione nel Sannio, nel 180 a.c..
Il paese di Monterosso è composto da due nuclei, uno antico, quello originario, che si trova sulla collina di San Cristoforo, l'altro, moderno, si snoda lungo una bella passeggiata a mare detta "Fegina" che dà il suo nome alla zona.
Sulla piazza principale del paese si affaccia la chiesa di San Giovanni. Accanto alla chiesa vi è l'oratorio "Morti set orationis" della confraternita dei Neri.
In origine a Monterosso vi erano tredici Torri, ma oggi ne rimangono solamente tre, di cui la più importante è la Torre Aurora ubicata ai piedi del colle dei Cappuccini.
Monterosso è famoso anche per i suoi limoni, definiti dal poeta Montale "Le trombe d'oro della solaria". Già nel 1700 si producevano oltre tre milioni di agrumi che venivano esportati anche in Germania. A Monterosso, d'estate, si tiene la sagra del limone, dove viene premiato il frutto più grosso.
Altra manifestazione molto folcloristica è la festa dell'infiorata, che si tiene in ricorrenza del Corpus Domini. Durante questa festa Monterosso è tutto uno spettacolo di mosaici fioriti, nelle strade del borgo vecchio vengono realizzati tappeti di fiori multicolori con rappresentazioni sacre.
Visitare Monterosso
La chiesa di San Giovanni Battista: la costruzione chiesa, costituita da tre navate, fu terminata nel 1302. Di particolare pregio è la facciata composta da pietre bianche e verdi estratte dalle cave che si trovano al "Mesco". Attribuito a Pietro e Matteo di Campiglio il rosone che impreziosire la facciata. Il campanile della chiesa costituisce un corpo a sé stante, staccato dalla chiesa. Rispondeva a funzioni difensive e, infatti, è costituito da una torre merlata a base quadrata, risalente ad epoca precedente alla costruzione della chiesa.
L'oratorio Morti set Orationis: sorge vicino alla parrocchia. Costruito in stile barocco era la sede della confraternita dei Neri
Il Castello: i resti del castello dei Fieschi, di origine obertenga, si possono vedere sulla collina di San Cristoforo. Il castello ha una parete a strapiombo sul mare ed è ubicato sulla collina che divide il nucleo storico di Monterosso dall'attuale centro residenziale (Fegina) che sorge intorno alla stazione ferroviaria.
Il sistema difensivo era costituito dalle mura, dal castello, dalle torri e dalla Torre Aurora. Del castello oggi rimangono intatti solamente alcuni tratti delle mura, caratterizzate da merli a coda di rondine, tre torri circolari ed una quadrata e la Torre Aurora che è stata costruita su di uno scoglio.
Il castello, costruito per dare rifugio alla popolazione del borgo che sorgeva al di sotto, non era riuscito a salvare la popolazione quando, l'8 luglio del 1545 il pirata turco Draghut era sbarcato sulla spiaggia di Monterosso ed aveva messo a ferro e fuoco il paesino. Il pirata, successivamente, si spostò a Corniglia, che subì la stessa sorte. Si sposto poi verso Manarola dove però non riuscì a sbarcare poiché gli abitanti, coalizzati con quelli di Riomaggiore ricacciarono il pirata verso il mare.
Il Convento dei Frati Cappuccini: dal castello, salendo una scalinata, si arriva al convento. Nella chiesa del convento sono custoditi dei quadri di autori famosi.
Tra queste opere molto importanti vi è una Crocifissione del pittore fiammingo Van Dick.
Sull'altare maggiore vi è un dipinto opera di Oldoino Multed, la Madonna degli angeli, risalente al 1896.
Attribuita a Giuseppe Calmieri è, invece, la tela che si trova nella cappella di destra, raffigurante l'immacolata insieme a San Felice da Cantalice.
Altre opere molto interessanti sono: la seicentesca Veronica di Bernardo Strozzi, San Gerolamo Penitente di Luca Cambiasso (appartenente alla corrente del Manierismo italiano) ed il Cristo schernito dai Giudei di Bernardo Castello.
Escursioni
La passeggiata delle Agavi: è una passeggiata che si snoda sul promontorio di San Cristoforo ed unisce il paese vecchio a quello nuovo e/o conduce al convento dei cappuccini, ubicato in cima al colle. Questa è una passeggiata tranquilla sul cui tragitto si trovano numerose panchine sulle quali fermarsi ad ammirare l'incantevole paesaggio.
La villa del poeta Eugenio Montale: immersa nel verde del Mesco si trova la Pagoda. Era la villa del poeta Eugenio Montale. Qui compose, ispirandosi alle Cinque Terre, molte delle sue liriche più belle. Oggi è una villa privata ma nel suo giardino, a Settembre, si svolge la manifestazione "Omaggio a Montale".
Il Santuario della Madonna di Soviore: è il più occidentale santuario delle Cinque Terre ed è uno dei più antichi santuari mariano d'Italia. Dal paese di Monterosso un sentiero sale fino ad una scalinata costituita da enormi massi e prosegue fino al Santuario. E' un sentiero molto antico percorso dai pellegrini che, abitualmente si recavano verso il Santuario, ma costituisce anche la via che portava verso l'antica e misteriosa "Albereto", paese scomparso. Testimonianze attestano l'esistenza de monastero già partire dal 996, Ottone III in viaggio verso Roma per essere incoronato imperatore, pare vi abbia fatto sosta.
